mercoledì 7 aprile 2010

Caso scolastico.

Il monopolio può avere diverse origini. Può essere imposto per legge (concessioni, licenze, autorizzazioni), essere causato da barriere all'ingresso per la concorrenza (brevetti, investimenti iniziali, sinergie, economie di scala, cartelli, distribuzione esclusiva, potere contrattuale), oppure essere un cosiddetto monopolio naturale (autostrade, ferrovie, acquedotti, rete elettrica, gasdotti, reti di comunicazione).

Il monopolio naturale puoi metterla come vuoi ma è, rimane e rimarrà sempre un monopolio. La gestione del monopolio è specifica in quanto il prezzo non viene definito dall'incontro fra la domanda e l'offerta. La definizione del prezzo è calcolata solo in base ai costi sostenuti. In pratica il monopolista decide quanto spendere e applica un prezzo che gli consente coprire le spese e ottenere un margine di profitto a piacere. Il suo unico limite al rialzo dipende dalla capacità di spesa della clientela e dal break even point. Possiamo costruire un grafico esplicativo ma qui non ci interessa approfondire, ci sono ottimi testi di economia in giro per chi vuole saperne di più.

La proprietà pubblica può stabilire un prezzo che vada a coprire i soli costi, senza ottenere profitto. La proprietà privata, a differenza della pubblica, non accetta di lavorare senza profitto ma ha anche un incentivo a ridurre i costi per incrementare questo profitto. Il rischio di una gestione non orientata al profitto è quello, per il consumatore, di spendere per coprire costi superflui quello che risparmia per il mancato profitto del produttore.

Comunque vada, in regime di monopolio naturale il meccanismo di formazione del prezzo non è efficiente e/o efficace. C'è anche da considerare una motivazione di sicurezza nazionale a volte nel decidere di affidare a un privato la responsabilità di della gestione di un monopolio. Pensiamo alla produzione di armi nucleari, la distribuzione di acqua potabile, gli esempi di attività critiche che necessitano di un alto livello di controllo sono molteplici.

Ora facciamo un esperimento in cui lo Stato privatizza un monopolio naturale, ad esempio le autostrade. Ma vale anche per la rete telefonica, per il monopolio che vi pare e piace.

Lo Stato è la somma dei cittadini. I cittadini o hanno pagato per la costruzione delle autostrade o le ha in carico sotto la voce debito pubblico. Si decide di venderle a un privato. Il privato però cosa può fare? O ha un capitale suo o si rivolge alle banche. L'ipotesi che abbia in tasca la cifra in contanti per comprarsi le autostrade è irrealistica. Per cui non stiamo più parlando in realtà di vendere a un privato, non esiste un privato con a disposizione la somma necessaria all'acquisto.

Stiamo parlando di banche. Come viene effettuata allora questa transazione? Lo Stato chiede alla banche di finanziare una persona specifica? Le banche decidono chi finanziare e dicono allo Stato o vendi a questo o niente? O davvero pensiamo che un qualsiasi privato, selezionato in base a metodi meritocratici o morali o a caso, possa comprare le autostrade? Domani vado in banca e dico “Compro le autostrade dallo Stato, datemi i soldi poi vi rimborso con i profitti che ricaverò imponendo un prezzo adeguato alle mie necessità finanziarie.” Mi rispondono “Ma certo, si accomodi che firmiamo subito il contratto di mutuo”?

A questo punto i cittadini come Stato incassano i soldi della vendita. Però quei soldi non sono altro che i loro risparmi, depositati nelle banche. Perché le banche sono intermediari finanziari, i soldi delle banche sono i soldi dei cittadini. Un fortunato cittadino, chiamiamolo Mister Fortunello, compra dai cittadini le autostrade pagandole coi soldi presi in prestito dai cittadini.

Ma non è finita qui. Visto che ha un debito coi cittadini, come lo ripaga? Semplice, coi soldi che i cittadini pagano per usare le autostrade. Dopo tot anni Mister Fortunello si ritrova proprietario di un monopolio che i cittadini gli hanno venduto, gli hanno prestato i soldi per comprarlo e gli hanno dato i soldi per saldare il debito con loro stessi.

Geniale, vero?

Arriva Mister Fortunello e mi fa “Ma c'è l'azionariato diffuso, non ho usato le banche.” Sì, certo, come no? Posso ridere adesso o devo restare serio e far finta che sia vero?

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