giovedì 15 aprile 2010

O la borsa o la vita.

Tanto per cambiare si parla di evasione fiscale. Raramente però si parla di equità del sistema fiscale. Ci si concentra molto per far pagare le tasse a tutti senza mai discutere sulle ragioni che possono far ritenere una tassa un furto.

La tassa sul reddito è sicuramente quella che meno si presta a obiezioni. L'unico punto che può sollevare perplessità e il meccanismo progressivo, ovvero che più è alto il reddito e maggiore è la percentuale da versare allo Stato. Si presuppone che chi guadagna tanto in qualche modo abbia maggiore 'colpa' e debba espiare con un maggiore contributo al fabbisogno pubblico. Oppure che siccome guadagna tanto può permettersi di pagare di più senza risentirne e possa a rinunciare con nonchalanche a una parte più consistente del suo reddito.

Economicamente questo è però un disincentivo alla produttività. Se lavorando il doppio pago più tasse la mia convenienza sta nel lavorare fino al punto in cui il mio reddito non supera un certo livello oltre il quale il mio scaglione di contribuente passerà da x% a x+y%. Se a 10 euro pagherò non il 10% ma il 15%, cercherò di denunciare al fisco solo 9,99 euro. Un giudizio di natura morale, non economico, fa ritenere giusto che oltre un certo reddito tu debba pagare non il 10% ma il 20%.

La tassa sul patrimonio è ancora più astrusa. Ti tasso perché dopo aver pagato le tasse ti sono rimasti dei soldi. Ti tasso solo per il fatto che hai dei soldi in tasca. Assurdo. Eppure è successo e succede che lo stato vada a prendere i soldi dai risparmi, dagli investimenti, e questo è un furto. Siamo stati tassati sulla proprietà della casa (ICI era palesemente incostituzionale), sul possesso di apparecchi in grado di ricevere segnali televisivi, sulla proprietà di un veicolo. Che logica sostiene il pagare una specie di noleggio allo Stato per un oggetto di mia proprietà?

La tassa sullo scambio di beni, l'iva. Paghi ogni volta che compri qualcosa. Hai pagato per tenerti una parte del tuo reddito, se decidi di spenderlo devi di nuovo pagare una percentuale allo Stato. È giusto? Ditemelo voi. Senza contare la differenza tra persona fisica e persona giuridica. Le ditte scaricano iva, costi, prestazioni, gli individui no. Se non agli individui almeno alle famiglie, sono definite dal codice civile società di mutuo soccorso, perché non dare alle famiglie le scorciatoie di cui godono le società registrate in tribunale? Sono le famiglie che procurano futuri contribuenti, crescere figli non è un passatempo.

Non parliamo nemmeno della tassa da inflazione. Svalutazioni del 30% dalla sera alla mattina, incrementi folli della spesa pubblica in campagna elettorale, politiche monetarie keynesiane con orizzonti temporali al di là del miope. La quantità di ricchezza che può mangiarsi lo Stato nascondendo le mani dietro la schiena è immensa.

Allora, ricapitolando, si paga quando i soldi entrano, quando i soldi escono, quando i soldi rimangono fermi in una proprietà, quando i soldi sono liquidi in forma di risparmio, quando lo Stato decide che ha bisogno di altri soldi e si inventa una tassa ad hoc. Manca la tassa per vivere e siamo a posto. Servono davvero tante tasse quando l'evasione è intorno alla cifra di 250 miliardi di euro, ovvero il 50% di tutti i soldi a qualsiasi titoli incassati dal fisco in un anno?

Abbiamo anche sperimentato tasse una-tantum per coprire il fabbisogno di singole finanziarie. Ad esempio la “tassa sulla salute” (non me la invento, si chiamava così), in pratica ti auguro di star bene così continui a pagare per prestazioni mediche che non otterrai mai. La tassa per pagare gli stipendi dei tranvieri. Tasse scolastiche, tariffe, oboli, bolli, contributi. Abbiamo una quantità enorme di prelievi che non sono giustificati né giustificabili in alcun modo. L'unico motivo che giunge alla percezione del cittadino è che l'unico modo per evitare l'ingiustizia del fisco occorre rendersi invisibili. Evadere, eludere, trovare il modo di non entrare nel novero degli stupidi presi di mira di volta in volta dal Governo.

È giusto colpire l'evasione ma è anche giusto che a pretendere l'onestà dai cittadini sia uno Stato giusto e a sua volta onesto. Pagare le tasse non sarà mai fatto con senso del dovere se l'impressione è quella di avere di fronte uno Stato delinquente. Mi piacerebbe una specie di nuovo patto sociale in cui lo Stato dicesse “Ho sbagliato, adesso faccio poche tasse, giuste e eque, che posso sostenere economicamente e logicamente senza ricorrere a imbrogli. Da questo momento però chi evade finisce in prigione.”

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