martedì 30 novembre 2010

U-leaks-topia.

C'è chi pensa che si possa fare del tutto a meno della riservatezza, che mantenere il silenzio sia sempre e comunque sbagliato, anche quando dal segreto dipendono non solo flussi di denaro, che non sono illeciti per loro natura di sterco del demonio, ma anche vite umane, che non sono sacrificabili in nome del principio dello sbracamento totale e generale. Wikileaks è un'idea così stupida e pericolosa da trovare, come succede sempre alle idee stupide e pericolose, parecchi sostenitori entusiasti che inneggiano alla rivoluzione, oltre a appoggi e finanziatori sui quali però lo sputtan-o-matic wikileaks mantiene il segreto, chissà perché, vero?

Nel caso specifico, dato che finora wikileaks divulga solo informazioni di una democrazia che di solito non spara ai giornalisti e non imprigiona dissidenti come fanno altri governi che avrebbero già fatto sparire Assange e wikileaks nel nulla, i tifosi sono in larga parte sempilci antiamericani che fischiettano e ridacchiando sotto i baffi, alcuni risalgono alla guerra fredda, altri purtroppo sono giovani, che sbavano e si strofinano le mani tutte le volte che possono godere delle disgrazie americane. L'estremismo e l'idealismo non passeranno mai di moda?

Senz'altro è corretto che le informazioni su reati vengano fuori, ma selezionate e indirizzate alla magistratura e non solo ai giornalisti iene gossipare che non vedono l'ora di spettagolare in prima pagina per vendere più copie. Non si passano al giudizio da torce e forconi della gogna pubblica avvenimenti e situazioni del tutto normali in ambito diplomatico spacciandole per chissà quali prove di complotti, misteri, progetti criminali, pericoli globali. Qui non solo non ci sono reati in ballo, ma si tratta di una gigantesca montagna di merda che serve solo a creare imbarazzo, scompiglio e confusione.

Non so se Assange sia l'artefice o la vittima di questa bella trovata da film di spionaggio di quarta categoria, che vien perfino la nostalgia dei tempi analogici di Forsyth e Le Carré. Spero per lui che ci sia capitato in mezzo e abbia colto l'occasione per farsi pagare i suoi bunga bunga svedesi con accuse di stupro multiple a seguire e che, scommettiamo?, preferirebbe fossero rimaste segrete. Perché se davvero l'ha pensata tutta da solo e non l'ha fatto per fama e soldi, agli ordini di un burattinaio che ha interessi e convenienze ancora tutte da identificare, sarebbe meglio che si ponesse seriamente delle domande su cosa sono, per esempio, il senso di responsabilità, il senso del dovere, la saggezza e la maturità.

Secrets From The Future



Get your most closely kept personal thought:
put it in the Word .doc with a password lock.
Stock it deep in the .rar with extraction precluded
by the ludicrous length and the strength of a reputedly
dictionary-attack-proof string of characters
(this, imperative to thwart all the disparagers
of privacy: the NSA and Homeland S).
You better PGP the .rar because so far they ain’t impressed.
You better take the .pgp and print the hex of it out,
scan that into a TIFF. Then, if you seek redoubt
for your data, scramble up the order of the pixels
with a one-time pad that describes the fun time had by the thick-soled-
boot-wearing stomper who danced to produce random
claptrap, all the intervals in between which, set in tandem
with the stomps themselves, begat a seed of math unguessable.
Ain’t no complaint about this cipher that’s redressable!
Best of all, your secret: nothing extant could extract it.
By 2025 a children’s Speak & Spell could crack it.

You can’t hide secrets from the future with math.
You can try, but I bet that in the future they laugh
at the half-assed schemes and algorithms amassed
to enforce cryptographs in the past.

And future people do not give a damn about your shopping,
your Visa number SSL’d to Cherry-Popping
Hot Grampa Action websites that you visit,
nor password-protected partitions, no matter how illicit.
And this, it would seem, is your saving grace:
the amazing haste of people to forget your name, your face,
your litanous* list of indefensible indiscretions.
In fact, the only way that you could pray to make impression
on the era ahead is if, instead of being notable,
you make the data describing you undecodable
for script kiddies sifting in that relic called the internet
(seeking latches on treasure chests that they could wreck in seconds but didn’t yet
get a chance to cue up for disassembly)
to discover and crack the cover like a crème brûlée.
They’ll glance you over, I guess, and then for a bare moment
you’ll persist to exist; almost seems like you’re there, don’t it?
But you’re not. You’re here. Your name will fade as Front’s will,
‘less in the future they don’t know our cryptovariables still.

Now it’s an Enigma machine, a code yelled out at top volume
through a tin can with a thin string, and that ain’t all you
do to broadcast cleartext of your intentions.
Send an email to the government pledging your abstention
from vote fraud this time (next time: can’t promise).
See you don’t get a visit from the department of piranhas.
Be honest; you ain’t hacking those. It’d be too easy,
setting up the next president, pretending that you were through freezing
when you’re nothing but warming up: ‘to do’ list in your diary
(better keep for a long time — and the long time better be tiring
to the distribution of electrical brains
that are guessing every unsalted hash that ever came).
They got alien technology to make the rainbow tables with,
then in an afternoon of glancing at ‘em, secrets don’t resist
the loving coax of the mathematical calculation,
heart of your mystery sent free-fall into palpitations.
Computron will rise up in the dawn, a free agent.
Nobody knows the future now; gonna find out — be patient.

venerdì 26 novembre 2010

Fuffa

L'ordine dei commercialisti ha parlato, molti giornalisti ne hanno approfittato per insistere sul quel tema fumoso e propagandistico della tassazione della 'rendita'. Tanto per cominciare i commercialisti hanno parlato di aliquote sui redditi da attività finanziaria, che non è una rendita. Così come gli speculatori non sono mostri che arrivano dallo spazio ma professionisti nello studio dell'evolversi dei mercati. Questo clima da caccia alle streghe dove si indica negli speculatori il nemico responsabile delle crisi finanziarie - il che è falso, totalmente falso, le recenti crisi hanno spiegazioni economiche oggettive e non sono state causate dalla volontà in tal senso degli speculatori -, si confondono i ricavi di un investimento più o meno rischioso con la rendita che è invece un introito legato a un diritto, come la pensione, gli alimenti, l'assegno famigliare, la borsa di studio. Per non citare la sfacciata negazione dell'evidenza dei vertici europei quando fingono che la il debito pubblico dei pigs non esprima un fattore di debolezza concreto per la moneta comune – l'altro ieri alla Merkel è scappato detto che in effetti stanno dicendo balle da anni e c'è la possibilità che alcuni paesi vengano buttati fuori dall'euro per consentire ai migliori di non rinunciare alla moneta forte che piace tanto ai tedeschi fin dai tempi del marco.

Comunque torniamo all'aliquota sui redditi da attività finanziaria, si tratta di titoli di stato, obbligazioni, azioni, titoli e interessi denaro lettera in generale. Analizziamo la genialata dei commercialisti. Se le tasse sul rendimento (rendimento non è rendita, lo ricordo per l'ennesima volta, l'unica rendita ancora presente nel nostro ordinamento fiscale è la rendita domenicale, una tassa sui terreni agricoli calcolata sulle tabelle catastali che risale al fascismo, o anche prima, forse al medioevo, forse alla preistoria dato che è una tassa stupida e calcolata a spanne), se le tasse aumentano, dicevo, significa che il rendimento netto diminuisce. Se il rendimento netto diminuisce, significa che i bot diventano meno appetibili e lo stato deve aumentare i tassi per riuscire a piazzarli. Le tasse vengono sempre, per quanto possibile, trasferite o legalmente eluse. Se tu tassi di più i titoli italiani rispetto ai titoli esteri significa che i capitali, italiani e stranieri, fuggono all'estero. Non sto usando punti esclamativi ma credo che la gravità delle implicazioni siano chiare anche a chi non ha mai aperto un libro di economia, specialmente a chi non ha mai aperto un libro di economia ma ne ha aperti troppi di politica.

All'estero incentivano l'apertura di ditte straniere defiscalizzando i primi anni, incentivano l'ingresso di capitali stranieri mediante la scelta di aliquote vantaggiose, favoriscono l'equilibrio dei mercati trattenendosi dall'utilizzare strumenti fortemente distorsivi che impediscono ai principi concorrenziali di svolgere il proprio compito di motore dello sviluppo nelle economie moderne. Nel contempo tutto questo gran darsi daffare per colpire 'le forze del male' non produce nemmeno chissà quali grossi benefici se non quelli di ingrassare un stato già obeso e dissanguare un popolo già spremuto da qui ai prossimi 80 anni. Le economie dei paesi che soffocano per via degli interessi che devono pagare sul debito pubblico accumulato non si risolvono aumentando livelli di tassazione che sono già eccessivamente punitivi. Adesso i tassi sono bassi in tutto il mondo da decenni, il debito pubblico costa poco, aspettate di vedere cosa succede quando finisce la crisi e ripartono i tassi, aspettate di vedere governi che per convincere qualcuno a comprare i titoli di Stato devono garantire il 5%, il 10%, magari il 20% e così facendo vede diminuire il rating internazionale e profilarsi il rischio default.

A tutto questo i commercialisti, o meglio l'ordine dei commercialisti, che qui in Italia se solo ce ne dessero la minima opportunità riporteremmo in vita anche le medievali gilde delle arti e dei mestieri, l'ordine suggerisce di aumentare le tasse e fa un esempio che più stupido non lo poteva fare. Dice se uno investe 5 milioni al 3% ottiene 150mila euro su cui paga il 12,5% al posto del 38,45% di chi fa gli stessi soldi lavorando. Punto uno, se investe 5 milioni in 20 banche diverse come lo scopri, mediante uno stato totalitario di polizia? Se utilizza le mille possibilità della finanza internazionale per far uscire dall'Italia i 5 milioni, togliendoli dalla disponibilità del nostro sistema produttivo, tu ordine dei commercialisti ti dai una pacca sulle spalle e ti dici bravo? Se investe in azioni e perde tutto può scrivere la cifra nella casella perdite della denuncia dei redditi e lo Stato lo rimborsa del 38,45%? No, lo Stato gli fa il gesto dell'ombrello perché se rimborsasse sarebbe facile trovare il modo di truffare le casse dello stato creando, investendo e facendo fallire le ditte.

Un ordine dei commercialisti che usa termini come 'sanguinoso prelievo' non sta facendo politica? Se leggete il testo per intero non ci trovate nulla dell'impostazione intellettuale dei veri studiosi di economia, si tratta solo del documento che usano gli ordini per esprimere sostegno a questo o quel partito. Il bello è che poi si lamentano del prelievo coattivo delle imposte, ventilando il pericolo di uno stato di polizia fiscale, questo in un paese che ha il 50% del sommerso, dove gli ordini si sono chiusi nei bunker quando è stata prospettata l'ipotesi di vietare pagamenti in contanti a saldo di prestazioni professionali per cifre non modiche. Senza fattura risparmia l'iva, è il motto nazionale. Davvero non sanno che la valutazione degli investimenti si fanno al netto delle tasse? Significa che puoi alzare le tasse anche al 90% e avrai come esito solo di mettere in difficoltà chi cerca finanziamenti emettendo titoli. Se la tua ditta ha bisogno di prendere a prestito dei soldi andrà a chiederli all'estero perché qui, a parità di condizioni, solo per colpa di una fiscalità esosa, dovrebbe pagare di più in interessi per ottenerli. Se si vuole dare altri calci in bocca all'Italia idee come questa sono perfette, a furia di insistere con politiche che hanno tanto di ideologico quanto hanno poco di razionale, riuscirete a far esplodere o crollare su se stesso il paese.

mercoledì 24 novembre 2010

Ignoranza o censura?

Il discorso di apertura dell'anno accademico in Bocconi è l'ennesima dimostrazione che qualcosa non funziona nella sfera del dibattito intellettuale italiano. I concetti espressi dal rettore, Guido Tabellini, non hanno provocato reazioni, sono stati ignorati, nella migliore delle ipotesi, o censurati, volontariamente ignorati da chi non vuole fare pubblicità al nemico. Perché questo è il clima che si respira in Italia, ti leggo di nascosto per informarmi come farebbe una spia ma non discuto con te quando dici cose sensate, non ti faccio pubblicità rischiando che le tue idee sensate facciano perdere consenso al mio partito. Il clima è lo stesso che si respirava negli anni di piombo, constatare che non si esce dal recinto della militanza ideologica è qualcosa che fa rabbia e pena allo stesso tempo. La gente per strada alla fine o si disinteressa alla politica perché non ha nessuna intenzione di diventare una persona nevrotica e litigiosa che è sempre lì a lottare su ordine del partito per qualcosa anche quando non ne vale la pena, oppure finisce per convincersi che la politica sia in pratica l'equivalente del tifo sportivo: scegli la tua squadra e dai addosso a tutti gli altri e, perché no?, anche all'arbitro.

I media che in Italia sopravvivono grazie a soldi pubblici si inginocchiano di fronte a chi potrebbe farli licenziare con una telefonata o si scagliano con l'astuzia del cane mordace per attaccare il nemico del padrone politico che li protegge. Non è un clima sereno, tranne alcuni casi che hanno rinunciato alla carriera pur di non gettare via l'integrità etica e morale, il giornalismo italiano non è professionale ma è pura militanza schierata e faziosa. È normale che sia così dove è la politica che paga direttamente gli stipendi dei giornalisti. In questa situazione si verifica una selezione delle notizie che non ha nemmeno bisogno di un ufficio censura di stampo fascista per irregimentare l'informazione e orientare in maniera fraudolenta l'opinione pubblica, infatti i giornalisti si autocensurano, oppure utilizzano i mille trucchi che mette a disposizione la retorica per manipolare, sfruttare, distorcere l'informazione in modo tale che vada a procurare vantaggio al proprio partito di riferimento. Addirittura ho sentito giornalisti considerati e rispettati (Scalfari in una recente intervista) vantarsi di fare informazione per conto di uno schieramento politico.

Se un dirigente di partito va in tv o sui giornali a esprimere un'idea stupida, banale, formulata con la baldanza del frate di un ordine minore che si allena nella sua celletta a fare prediche come farebbe un gesuita o un barnabita, il giorno dopo tutti ne parlano. Se un fatto di cronaca può venire utilizzato per sostenere posizioni lapalissiane ecco che parte un tam-tam assordante per sottolineare da che parte stanno i buoni e i puri, per gridare e manifestare la stupidità e malvagità dell'avversario politico. Nei tanti problemi enormi italiani che sono tanto evidenti quanto ignorati di certo quello del giornalismo non è di scarsa importanza dal momento che i media sono gli intermediari fra il potere politico e l'elettorato. Quello che suona assurdo è che al posto di affermare l'indipendenza dalla politica e assumere le proprie importantissime responsabilità come fucina pubblica delle idee del paese, come piazza in cui le migliori menti sono invitate a discutere di problematiche complesse e delicate, il giornalismo italiano a forza di stare in trincea per difendere il proprio partito anche quando ha torto, per attaccare l'avversario politico anche quando ha ragione, non ha più nemmeno la forza di alzare la testa.

Non è solo Tabellini, questo è solo l'ultimo esempio (il testo è qui http://www.viasarfatti25.unibocconi.it/notizia.php?idArt=6592) dei tanti che noto e sono moltissimi e sono quotidiani, a volte addirittura sembra che una notizia stupida si riproduca e venga proposta dappertutto solo per distogliere l'attenzione da un'altra notizia che, per dovere o distrazione, è riuscita a far capolino sulla superficie dell'informazione ufficiale delle grandi testate. Anche internet riflette la situazione dei media tradizionali dal momento che i blog più seguiti, a parte quelli che, ricorrendo agli stratagemmi di marketing tipici del mondo analogico, ottengono accessi grazie alla vicendevole pubblicità e alla ramificazione dei favori e delle conoscenze reciproche, sono tenuti da giornalisti o da persone che vorrebbero fare il giornalista. Ci sono però delle eccezioni che trovano modo di esprimersi in rete dove altrove non potrebbero. Ci sono voci fuori dal coro che si sforzano di fare sul web informazione corretta e indipendente anche in Italia come succede in democrazie degne di essere chiamate tali. Purtroppo queste voci, come quella di Tabellini, vengono volutamente o scioccamente ignorate da chi fa parte di altri ingranaggi, di altri processi, dell'emanazione infettiva di quella mentalità italiana che si realizza con atteggiamenti, abitudini, regole implicite, un insieme di peculiarità immateriali che si può definire mafiosità congenita.

O forse quello che dice Tabellini, la denuncia di un problema di fondo che è squisitamente culturale, non val la pena di essere discusso, non suscita domande, non esorta a capire, non è uno spunto di riflessione gravido di conseguenze. Giudicate voi, se potete, se vi sentite liberi di avere un'opinione tutta vostra, maturata con approfondimenti e ragionamenti. Se invece trovate più comodo farvi imboccare dal partito/mamma/chiesa su tutto e vi sentite sporchi e cattivi anche solo a ipotizzare di pensarla diversamente, allora lasciate stare, leggete solo gli articoli che scrivono i giornalisti con in tasca la tessera del vostro partito, prestate attenzione solo alle notizie che il partito ritiene non siano troppo pericolose per la vostra salute mentale. Viviamo in un campo di rieducazione grosso come l'intero Stato, tormentati da una propaganda continua e martellante che avvelena l'esistenza delle brave persone di buon senso che, esasperate e rassegnate, tirano la carretta tutti i santi giorni. Poi qualcuno si meraviglia se i giovani vogliono scappare all'estero, se preferiscono restare single e disoccupati che venire imbottigliati dallo Stato più di quanto già non siano per il solo fatto di essere nati qui.


venerdì 19 novembre 2010

Stato confusionale.

Il ritardo che accumula lo Stato si misura non solo nella permanenza di leggi che dovrebbero essere state sepolte da un pezzo, ma anche scorrendo un lunghissimo elenco di mancanze che lo Stato non vede neppure come tali.

In tema di zombie possiamo iniziare dal finanziamento pubblico. La televisione pubblica non solo incassa introiti pubblicitari come una qualsiasi tv privata ma incassa pure una tassa (evasa dal 40% degli obbligati) basata sulla proprietà di apparecchiature che potrebbero consentire la visione della tv, che si tratti di telefonino o computer. Esistono i decoder, il pay per view, le tv digitali e satellitari, il 60% che non evade paga questa tassa zombie per pagare lo stipendio a chi? Anche il finanziamento pubblico agli editori, nello specifico agli editori di giornali, è una legge zombie alla quale un eroe dovrebbe sparare in testa. All'estero se un giornale non fa utili chiude, lo sta facendo il New York Times, mica la gazzetta di Cernusco sul Naviglio, con la sua edizione cartacea, diventando un giornale completamente digitale su internet. Per non parlare del finanziamento pubblico ai partiti politici, li stanno incassando a tutt'oggi anche partiti che sono scomparsi da anni.

Sempre zombie sono le accise sul carburante. Comprando la benzina i nostri soldi finiscono in conti per il terremoto avvenuto a metà del secolo scorso, in un conto per pagare gli stipendi degli autisti dei tram, son cose da matti o no? Se tutto questo è normale allora anche i morti che escono dalle tombe per nutrirsi dei vivi è normale. Zombie sono gli ordini, abbiamo ordini professionali per tutto, manca l'ordine della casalinga e dell'assassino prezzolato. Meccanismi fatti in modo tale da garantire tariffe e compensi calcolati al di fuori dal mercato, sistemi di cooptazione che ignorano criteri meritocratici. Zombie sono anche i ragionamenti di chi, di fronte a una disoccupazione del 12% ci viene a dire che ci servono gli immigrati, che dobbiamo ringraziarli per essere venuti qui a darci una mano, che gli italiani non vogliono più fare certi lavori. Eccerto, parli di lavori in nero da schiavi sottopagati come quelli poi scoperti in Calabria ma che sono la norma ovunque in un paese che per far fronte alla concorrenza di paesi con costo del lavoro irrisorio e zero garanzie per il lavoratore ha riscoperto lo schiavismo? Parli di futuri elettori del tuo partito che vanno a rinfoltire la classe dei proletari e dei diseredati? All'estero, dove sono leggermente meno zombie di noi, l'immigrazione è regolata, il lavoro è controllato.

Zombie ovunque e nessuno ci fa caso. Zombie le politiche di sostegno all'economia. Incentivi per l'acquisto di motorini, di macchine, di elettrodomestici. Siamo il paese che ha più motorini e macchine pro-capite dell'intera Europa, quante cazzo di macchine, motorini e frigoriferi volete farci comprare? Questi sono zombie, ragionano come zombie. Zombie le modalità di finanziamento dei Comuni, lo sanno tutti che campano con le multe. Sempre meglio di prima, quando lo stesso governo che ci ha fatto entrare nell'euro fissando la lira non a 1000 ma a 1936.27, con la prima banconota disponibile che vale 10mila lire – vi rendete conto che siamo governati da zombie? -, lo stesso governo che al posto di permettere il licenziamento alle ditte con più di 15 dipendenti contrariando i vecchi ha preferito gambizzare le nuove generazioni introducendo leggi sul lavoro che hanno di fatto distrutto il contratto a tempo indeterminato, lo stesso governo che voleva finanziare i comuni tassando la proprietà della casa, così che ti ritrovi a pagare l'affitto allo stato per una cosa che è tua, lo stesso governo che ora si chiede senza darsi risposta come mai non vince le elezioni, come mai la gente preferisce votare il diavolo in persona piuttosto che rimandarli al governo, robe da matti.

Zombie sono i media dell'informazione, dove per fare un esempio che valga per migliaia ci dicono che gli incidenti sul lavoro in Italia sono più che nel resto del mondo ma si dimenticano di aggiungere che la differenza sta tutta negli incidenti in macchina, tolti i tamponamenti e le uscite di strada in fatto di incidenti sul lavoro siamo perfettamente in media col resto del mondo. Questo lo vieni a sapere se ti informi su internet, leggendo articoli di gente che non è iscritta all'albo dei giornalisti ma si è presa la briga di sfogliare i dati, di approfondire la notizia. Zombie sono le infrastrutture e chi le gestisce. Le autostrade, acquistate a debito con l'appoggio delle banche, senza sborsare una lira di tasca propria, che non rispettano gli accordi di concessione, per esempio non facendo la dovuta manutenzione, continuano a incassare le tariffe. Le poste, amazon non ha ancora aperto una succursale italiana anche perché le poste italiane non sono affidabili, e non è una balla, un sacco di negozi on-line specificano che non spediscono in Italia o spediscono però senza garanzia.

Vi rendete conto del livello di zombie che è l'Italia o devo andare avanti a fare esempi? Questi vanno in tv a parlare di valori, a far la figura dei pagliacci, quando qui c'è ben altro di cui parlare. E noi parliamo di tv, parliamo di come la pensa questo o quel giornalista riguardo alla cazzata del giorno, che sia un omicidio efferato di cui i parenti stanno cedendo i diritti per uno sceneggiato e un romanzo o sia la sfiducia a un ministro perché non ha saputo impedire il crollo di un pezzo di cemento armato costruito male due anni fa in un fottuto di cimitero di lava, manco fosse crollata una basilica medievale, e ditemi adesso che non parliamo di zombie. Di questo parlano i media italiani, di un sacco di fesserie da zombie mentecatti. Non so se lo fanno perché sono scemi loro, perché ritengono che siano scemi i potenziali accrescitori dell'audience, perché vogliono che anche chi potrebbe uscire dal coma dell'imbecillità non debba essere aiutato a farlo.

Adesso passiamo alle mancanze, al futuro che lo Stato nemmeno vede. Per esempio siti istituzionali gestiti e garantiti dallo Stato per l'intermediazione on line. Sito statale per inserzioni, sito statale per aste, sito statale per turismo, sito statale per l'offerta di ristorazione, le possibilità sono infinite e non rubano lavoro a nessuno, anzi, semmai incentivano l'aumento del giro d'affari in molti settori favorendo l'incontro sicuro e tutelato fra domanda e offerta. Guardate cosa fanno all'estero, su internet c'è pieno di notizie dal mondo, fanno cose stupefacenti, intelligenti, da copiare immediatamente, senza perdere neanche un minuto. Noi siam qui a fare le solite frociate modaiole, prodotte all'estero, o nei distretti cinesi clandestini di Prato, e portate qui solo per metterci l'etichetta made in italy, a campare di pubblicità. Aumentiamo il debito pubblico per finanziare il benessere senza aver più lo sfogo di inflazione e svalutazione. Sono rimasti indietro, sono usciti dalla tomba e vagano con aria ebete senza sapere nemmeno cosa stanno facendo. Hanno fatto la tv digitale e non la banda larga, per dire dove investono per il futuro: nella vecchia tv, robe da matti.

Chi ve le dice queste cose? Nessuno, ecco chi. Hanno paura che vi incazzate e spaccate tutto? Non lo so, so solo che stanno tutti zitti, che parlano d'altro, parlano soprattutto di persone, come se dovessimo votare a seconda di quanto va a troie un vecchietto rintronato o di quante ville si è costruito usando i soldi in società off-shore. Chi se ne frega! Dimmi come sistemi il Paese, fai almeno finta di avere un'idea approssimativa che non sia una delle furbate che hai avuto in passato e che ti hanno fatto perdere voti per 20 anni. Parliamo di energia, ogni giorno leggo di invenzioni in giro per il mondo, a volte fatte da italiani fuggiti all'estero, e mai di progetti nostrani. È tutto fermo, è tutto morto, questi zombie pensano solo alle loro beghe partitiche e a come mandarsi a casa a vicenda, pensano solo a mettere le mani sui soldi per toglierli agli amici dei nemici e darli agli amici degli amici. Siamo gli unici che non hanno avuto attentati e che hanno vietato il wi-fi libero attaccandosi alla scusa del terrorismo. Questi zombie ci prendono per il culo e non ci sono alternative. Anche i giovani che mirano a prendere il loro posto sono zombie perché la selezione della classe dirigente, specialmente di quella politica, non avviene mediante scuole, percorsi di studi in economia pubblica, no, avviene per fede nella religione/ideologia e per militanza.

Basta, ho smesso di fumare e tendo a scaricare il nervoso con questi lunghissimi post dai toni accesi, scusate, il predicozzo è finito, andate in pace. La prossima volta cercherò di essere più diplomatico e pacato.

mercoledì 17 novembre 2010

Hic sunt leones

Una delle molte caratteristiche peculiari dell'intelligenza umana che interferiscono con i processi mentali razionali è la tendenza a escludere variabili che rendono troppo articolata la computazione, troppo aleatorio il risultato, troppo complessa la formulazione di un criterio di scelta condivisibile. In termini più semplici il nostro cervello è uno strumento che usiamo per produrre dati a sostegno di quello che fin dal principio vogliamo dimostrare, al fine di raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati. Prima decidiamo cosa vogliamo, poi mettiamo assieme tutto quello che serve per ottenerlo e per convincere gli altri che è giusto così. Il problema è che un sacco di gente pensa il contrario, è convinta che il cervello, spinto da energie cosmiche di raziocinio assoluto, capisca prima cosa è giusto e solo per caso da queste rivelazioni illuminanti ne derivano benefici per qualcuno che, guarda caso, è il proprietario del cervello che ha avuto la pensata.

Gli obiettivi sono sempre personali ed egoistici, l'altruismo è un accordo, un contratto, una concessione che non è mai gratuita e disinteressata. Il welfare serve a chi ne gode per ovvi motivi ma serve anche a chi lo garantisce per motivi meno ovvi, che non hanno niente a che fare con l'altruismo. Se un politico parla di altruismo come obbligo morale o principio o diritto allora è scemo o pazzo, ha sbagliato mestiere, doveva fare il religioso. Non serve un quoziente intellettivo mostruoso per capire che conviene al ricco che non ci siano poveri così poveri da non aver niente da perdere nel compiere reati spinti dal bisogno. Al sano conviene che non ci siano persone malate che se ne vanno in giro a spargere virus e batteri. All'istruito – istruito non vuol dire intelligente, ci sono stupidi molto istruiti e intelligenti analfabeti - conviene che il maggior numero di persone abbia, come l'ha avuta lui, la possibilità di far propri gli strumenti intellettuali che aiutano a capire meglio la realtà. Non si tratta di essere altruisti, si tratta di puro egoismo trasferito sul livello sociale. Non si tratta di destra o sinistra, l'obiettivo è comune, cambiano i modi proposti per la realizzazione.

Altra caratteristica è per esempio l'orizzonte di tempo limitato. Non ci preoccupiamo del futuro fino a quando non siamo obbligati a farlo. Sappiamo che finirà il petrolio ma ce la prendiamo comoda, abbiamo ancora 20 o 50 anni davanti, magari anche 100, che fretta c'è? Fa niente se nel frattempo inquiniamo e modifichiamo il clima. Anche di spazio abbiamo dei limiti, non ci interessano cose che succedono a persone che non conosciamo, o che abitano in posti lontani. Così non ragioniamo in termini planetari. Preferiamo mobilitare le merci piuttosto che omologare i prezzi. Siamo pieni di localismi culturali, politici, economici. L'Italia è uno di questi: nel decennio 2000-2010 è cresciuta del 2.4%. La Francia 12.5%, Usa 17.7%, Spagna 22.4%. Su 180 Paesi nel mondo, l'Italia si classifica al 179 posto, peggio di noi c'è solo Haiti. Eppure se apri i giornali o accendi la tv che cosa ti propongono? Parlano di tutto tranne che di quello che conta davvero. Parlano di loro stessi, delle ipotetiche differenze fra di loro. Parlano di valori e di scandali e di piccoli eventi di scarsa importanza. Non vedono al di là del breve periodo, non vedono al di là dello steccato del loro giardino. Però inneggiano all'altruismo, come se facessero i politici non perché ci tengono a soldi e carriera e potere ma per farci un favore, sacrificandosi al posto nostro per il bene superiore.

Riassumendo: non ci piace riconoscere le nostre fondamenta egoistiche, non ci piace occuparci oggi di problemi che emergeranno domani, non ci piace riflettere su questioni lontane da casa. Meno male che ci reputiamo la specie più intelligente del pianeta, pensa quanto devono essere state stupide le specie che si sono estinte. Per favore datemi un egoista che fa il politico per professione, mi dica cosa si può fare e cosa no, come si può fare quel che si può fare, mi dica come intende prepararci al futuro, come intende reagire a quello che succede non solo dentro ma fuori dai confini nazionali. Questa è gente che deve uscire da una scuola, è gente che deve essere professionale, non puoi prendere uno che ti fa le belle prediche e metterlo al governo perché è riuscito a convincere la gente a dargli il voto. Democrazia va bene, ma per far scegliere al popolo fra alternative valide, non per mandare al potere un deficiente che illude l'elettorato di poter compiere miracoli.


lunedì 15 novembre 2010

Niente panico.

Sono stato a letto con la febbre e ho smesso di fumare da una decina di giorni. Mi tremano le mani e ho l'impressione di non essere più in grado di pensare. Per calmarmi ho pensato di fare una lista di belle notizie ma me ne vengono in mente solo di cattive, per cui non leggete questo post, sono solo un mucchio di chiacchiere buttate giù per non pensare al tabacco.

1 - Allarme tbc resistente a tutti gli antibiotici, allarme batteri resistenti a tutti gli antibiotici. La tbc è tornata e uccide, non ci sono cure. Trovare nuovi antibiotici costa troppo rispetto a quello che rende, conviene di più investire nella ricerca di medicinali che si usano tutti i giorni e non perdono rapidamente di efficacia. Gli antibiotici non sono redditizi quanto altri tipi di farmaci, non val la pena farci sopra investimenti. Alcuni batteri resistenti agli antibiotici originari dell'india si stanno diffondendo in Inghilterra per via del turismo chirurgico: la gente va in india a farsi fare operazioni di chirurgia estetica perché là costano meno che in patria. Si sta diffondendo di nuovo la sifilide. Sono tornati i pidocchi e le piattole. Quest'anno arriva l'attesa pandemia che deve falcidiare mezza popolazione mondiale o la sfanghiamo anche stavolta? Pensa se la spagnola avesse avuto a disposizione per diffondersi i tanti aerei, navi, treni e le dense metropoli moderne. Abbiamo creato un ambiente ideale per i bacilli.

2 – La situazione dei pigs europei è immutata, critica era e critica è. Per mantenere il welfare serve produrre ricchezza, altrimenti si muore soffocati dai debiti. La ricchezza oggi viene prodotta in india, cina, corea... Gli usa sono in pungo ai cinesi che comprano i titoli del tesoro americani e si rifiutano di agire sul cambio, sul costo e sui diritti del lavoro. L'europa è ancora vincolata all'idea che gli immigrati ci servono perché si accontentano di poco per fare lavori duri e sporchi per i quali noi chiederemmo garanzie, tutele e stipendi altissimi, all'idea che i cinesi ci servono perché non solo ci costa meno produrre là ma in teoria sono miliardi e potrebbero comprare i nostri prodotti. Nel frattempo l'occidente nel mirino dei terroristi diventa sempre più povero. Oggi il Papa consiglia di tornare a occuparsi con impegno dell'agricoltura, mi sa che non ha tutti i torti, male che vada con qualche patata e due galline si tira avanti, con la cartuccia del toner e la cravatta di seta no. Mi ha fatto venire paura di andare al supermercato e trovare gli scaffali vuoti. Qualcuno mi dice per favore in che prodotti siamo autonomi e quali invece dobbiamo importare? Latte ne produciamo tanto eppure ne importiamo perché quello importato costa meno e così quello nostrano lo buttiamo via. Non me lo sto inventando, è vero.

3 – Alcuni fattori di crisi sono legati a mutamenti nel mercato indotti dalla tecnologia. Settori legati all'informazione e all'intrattenimento vedono orizzonti neri. È divertente osservare la guerra che si sta combattendo a colpi di marketing. Dal 3D – davvero spingeranno tanto il 3D da riuscire a obbligarci tutti a usarlo? - come ridicola chiave di criptazione hardware alla distribuzione vincolata a un singolo operatore autorizzato alla rivendita come apple – davvero riusciranno a obbligarci tutti a passare da apple?-. Dal impedire il più possibile l'accesso a una rete libera e veloce a leggi che ti tagliano i fili del telefono se tu, tuo figlio di 8 anni, l'amico che hai ospitato nel week end, uno di passaggio che è entrato nella tua rete wifi casalinga, qualcuno insomma sbaglia a cliccare o scarica apposta una canzoncina insulsa, un libro, un film, qualcosa che non puoi avere gratis. Come la legge che non potevi fotocopiare più del 10% di un libro, ti ricordi?, dovevi spendere 50 euro per un libro che ti serviva per un esame all'università quando con 5 euro lo fotocopiavi tutto. La legge uscì, ma i negozi di fotocopie erano pieni di studenti lo stesso.

4 – Se smettiamo di comprare petrolio di cosa camperanno i paesi che non hanno altro che sabbia? Fate due conti e scoprite cosa vi costa lavorare. Esatto, quanto spendete per fare il lavoro che fate. Rate della macchina, abbonamenti del treno, carburante, vestiti. Oggetti, ristoranti, viaggi, regali, telefono. Poi il tempo, se siete fortunati lavorate 8 ore per solo 5 giorni la settimana, senza turni, straordinari, festivi. Se è così siete dei privilegiati. Che poi con un precotto nel microonde da mangiare sul divano potete scandalizzarvi a fondo, con massima convinzione, di come ci sia tanta gente al mondo che sta male e fa una vita allucinante. Siamo in un sistema sociale, culturale, mediatico, che ci tiene legati nella poltrona di un teatro e ci mostra a forza quella che dobbiamo considerare la realtà, come nel campo di rieducazione in arancia meccanica. Non siamo più liberi di pensare, di avere opinioni controcorrente, non siamo più nemmeno capaci di pensare senza qualcuno che ci dia suggerimenti, abbiamo paura di pensare, pensare in modo indipendente è diventato pericoloso. O forse è solo l'effetto di astinenza da nicotina, ho smesso di fumare e mi sento parecchio sul nervoso andante.

lunedì 8 novembre 2010

L'impero dei furbi.

Una delle cose che mi piace pensare quando sono all'estero è che intorno a me nessuno, qualora sollecitato a riguardo, esprimerebbe sostegno all'intelligenza del furbo. Non posso dire che lo stesso accadrebbe in Italia. Si ha la forte impressione che qui si creda nell'esistenza di una vera e propria forma di intelligenza specifica per la furbizia. Un talento naturale, un vantaggio genetico, una predisposizione morale vincente. Ogni giudizio sulla persona in Italia deve passare non dal quoziente intellettivo, non dall'esperienza, dalle competenze, dalle qualità caratteriali, no, niente di tutto questo, le forche caudine sono il grado di fottitudine reale e percepito, attivo e passivo.

Al di là dello specchio non conta più niente la realtà, l'Italia è il paese delle meraviglie dove tutto è possibile a chi impara l'arte jedi del gestire le correnti di forza della fottitudine. Devi fottere senza che ti fottano, c'è solo questa regola del gioco in Italia, tutto il resto è lecito. Puoi mentire, rubare, imbrogliare, tradire, l'importante è che entri in un gruppo di amici in grado di proteggerti da eventuali conseguenze sgradite, le ambizioni stupide di chi ha l'assurda pretesa che tutti seguano le regole, persone che non sanno che la regola è una sola. Tutte le altre regole servono solo a tenere occupati gli avvocati in cause che durano decenni e finiscono con una pernacchia.

Quando sono all'estero mi piace pensare che sono in un posto dove la fottitudine è bandita, perseguita, inibita fin dall'infanzia. Non viene esaltata e celebrata come succede in Italia, quando di un ex-furbo si dice finalmente si è trovato davanti qualcuno con più fottitudine di lui. Perché ci si riduce a fare il tifo per i leoni al colosseo, 2mila anni passati per niente, la sete di sangue è rimasta intatta in questa penisola. Guardati intorno, guarda le facce della gente, han tutti in faccia quell'aria da furbetto pieno di fottitudine, da scugnizzo che ha memorizzato le scorciatoie, da rais che non si attacca un francobollo in questo quartiere senza prima chiedermi il permesso. Sembra che abbiano tutti in tasca un lasciapassare con l'autorizzazione a fare quel cacchio che gli pare.

Perché a me la furbizia stanca, è un lavoro fare i furbi che non richiede intelligenza, solo costanza e grande energia, una quantità industriale di fottitudine che è come la droga per i tossici. Se il furbo non ha modo di sfogare la fottitudine quello mi si ammala, si sente un fallito senza qualche regola da eludere, qualche vittima da sfottere, qualche soldo da intascare solo per evitare che lo incassi chi dovrebbe, qualche traguardo da strappare al meritevole per darlo al figlio del cognato di mia cugina che è un bravo figliolo mi sta simpatico ha un sacco di fottitudine ancora tutta da esprimere ma è in gamba col tempo si farà.

Poi ci sono esempi eclatanti di fottitudine che mi lasciano stordito, sono capolavori di presa per il culo. Prendi per esempio l'ambiente, l'ecologia. Cosa mi dici di quelli che da una parte esaltano la classe operaia e dall'altra sembra abbiano scoperto ieri che esiste la natura, come se la faccenda dell'industrializzazione fosse avvenuta di soppiatto, per mano di quei cattivoni che andavano a prendere i lavoratori e li portavano via con la forza dalla bellissima vita di campagna. Ci sono delle opere scritte dagli storici, dagli intellettuali, da persone insospettabili, di cui mai diresti che sono dei maestri jedi di fottitudine eppure ti raccontano mondi che esistono solo nelle loro teste.

Non dico che la fottitudine sia una scelta volontaria. Spesso ho il forte dubbio che sia una risposta automatica, una specie di impulso predatorio che spinge gli stupidi e i malvagi, spesso le due qualità coincidono, a far branco per eliminare la concorrenza degli intelligenti, onesti e ragionevoli, in termini di furbizia 'i fessi'. Perché il furbo si crede davvero superiore, è davvero convinto che gli intelligenti facciano tutte quelle cose da prendere bei voti a scuola perché sono programmati così, povere bestie, sono sfigati che strisciano nel fango alla ricerca di qualcosa da leggere, che agli onesti manchi qualche rotella perché è troppo da masochisti non barare quando lo scopo è vincere.

Un altro esempio eclatante è l'intero sistema economico. Ti dicono è diventato famoso perché piace alle masse. Nel senso che i suoi meriti sono impliciti, non dobbiamo nemmeno accertarci che ne abbia, di meriti, quello che conta è che è lì, ha venduto molto, ne parlano tutti, l'hanno votato. Ma alle masse cosa piace? Le masse sanno cosa piace alle masse? La fottitudine del pubblicitario sa cosa piace e cosa piacerà alle masse perché sarà lui a spintonare le masse come una mandria di vacche, come cuccioli di cane che lottano fra di loro per ricevere un complimento dal personaggio naz-pop-tv del momento. Davvero pensi che siano tutti come dei Gandhi del mercato che partono da soli e man mano le folle gli si accodano come a Forrest Gump?

Un ultimo esempio, ma potrei farne altri, è il sistema dei valori. Non abbiamo più nessuna certezza ma solo pareri, regole scritte da gente che non c'è più e vengono seguite senza sapere perché. Anche qui ci dicono cosa dobbiamo pensare delle famiglie gay, dei cani abbandonati, delle tasse patrimoniali, dell'effetto serra, della mancanza di acqua potabile in certe zone del mondo, dello sfruttamento minerario. È fottitudine al massimo grado, la politica. Devi essere o molto stupido o così furbo da così tanto tempo da non farti più schifo nemmeno rimangiare il tuo stesso vomito. Tu tu svegli, ti lavi, corri al lavoro, curi i figli, compri tutti quello che i pubblicitari ti dicono, ti dichiari d'accordo con tutto quello che i politici ti dicono, e nel tuo intimo quello furbo, l'unico furbo davvero, quello dal lato oscuro della fottitudine credi di essere tu.

Alla fine non si salva nessuno, ecco la verità. Ci saranno solo un sacco di persone che si lamentano di essere state fottute più di quanto siano riuscite a fottere. Non è così che si vive nel mondo vero, il mondo in cui mi fa piacere pensare di essere quando mi trovo all'estero. Un mondo di persone per bene, che è anche il sogno del furbo quando attraversa un raro momento di incertezza, sogna un bel villaggio di testimoni di geova che non sono ancora stati insozzati dalla fottitudine dei furbi. Questo è il vero cancro della società italiana: la convinzione dei furbi che non esista intelligenza in grado di smerdarli per quello che sono: patetici, egoisti, presuntuosi e ipocriti approfittatori.