giovedì 7 gennaio 2010

Abbiamo già tanti problemi anche senza

Gli immigrati di religione musulmana hanno fatto nascere una discussione fra intellettuali nostrani sul pericolo del multiculturalismo, da non confondersi con pluralismo.

In pratica non ci possono essere tante culture in uno stesso posto. Un po' come dire tante civiltà, solo che se parli di civiltà parti col piede sbagliato perché è opinione consolidata che parlare di scontro di civiltà – il che presuppone che entrambe le parti rientrino in una definizione condivisa di civiltà – equivalga a fomentare guerra e distruzione. Allora parliamo di cultura.

La cultura cinese non ci crea problemi. Siam pieni di cinesi e manco ce ne accorgiamo. I filippini son da noi da decenni e anche quelli non danno fastidio a nessuno. Hai mai visto un cinese tentare di venderti paccottiglia nei parcheggi? Io no. Un filippino fare l'elemosina parlandoti dei suoi dieci figli che chiedono da mangiare in una capanna a migliaia di chilometri da qua? Manco di quelli ne ho visti. C'è pieno di polacche, rumene, sudamericane, africane che la vendono sulle statali e nessuno si lamenta. Ci danno fastidio solo i musulmani.

Se noi italiani siamo razzisti allora lo siamo in modo molto specifico: ci stanno simpatici tutti tranne quelli che, scusate la volgarità, ci rompono i coglioni. Scommetto che odieremmo anche i tibetani se uscissero in tv a dirci che siamo il diavolo e si imbottissero le mutande di tritolo per ammazzarci. Siamo un popolo che in quanto a odiare ci serve solo un motivo per farlo, fatecene una colpa se vi fa sentire meglio. Siamo abituati a odiarci fra di noi, ci odiamo anche fra regioni limitrofe, che dico, fra città confinanti, non dobbiamo fare grandi sforzi per odiare anche chi viene da più lontano. Che poi è un odio sui generis, tanto abbaiare e niente mordere.

Non siamo razzisti, siamo solo un po' incattiviti, c'abbiamo il dente avvelenato per problemi nostri. Però basta che dite che vi piacciamo e volete essere come noi che fioccheranno inviti a cena e pacche sulle spalle. Perché in fondo siamo buoni, il che però non vuol dire fessi.

La nostra cultura, o civiltà se volete, è quella che le leggi non le fa il Papa. Stato e Chiesa sono separate. È un'abitudine nata tanti anni fa da una cosa chiamata illuminismo. Non controlliamo i testi sacri se c'è da discutere una legge. Ecco perché siete voi a venire a vivere da noi e non noi a venire a stare da voi. Ci troveremmo molto male senza ciò che l'illuminismo ha messo nella nostra cultura e da lì nella nostra civiltà. Che voi un Papa non ce l'avete neanche, ogni tribù fa come gli pare senza che ci sia un incaricato a tracciare una linea valida per tutti i sudditi/fedeli.

Il pericolo serio paventato è quello di un partito musulmano. In Francia c'è già. In pratica vi diamo il permesso di stare qua, andare a raccogliere i pomodori in nero per due euro, fare i lavori che noi non facciamo più (abbiamo il 12% di disoccupati ma son tutti con diploma e/o laurea, sapete, da noi ormai una laurea non la si nega a nessuno, mica possiamo trattarli come merde nel modo in cui trattiamo gli immigrati). Potete stare qua ma non diventate cittadini, così non andate a votare e non ci ritroviamo leggi per tagliare le mani a chi ruba (quanti monchi in parlamento!), lapidare i fedifraghi e altre castronerie del genere.

Questa è tradotta in soldoni la dotta argomentazione degli intellettuali.

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