martedì 5 ottobre 2010

Vade retro nobel.

Un futuro studioso di antropologia non si lascerà scappare l'occasione di inserire nella sua tesi sulla stupidità umana (umana ho detto, non solo italiana, non nello specifico dei giornalisti) il caso del premio nobel per la medicina 2010.

Prima di tutto i fatti. Quel gruppo di rimba che tutti gli anni decide a chi dare un po' dei soldi lasciati qui dal fu signor Nobel (si sarà già rivoltato così tante volte nella tomba da scavare un tunnel che arriva al centro della Terra), anche stavolta è riuscito a far scalpore premiando un personaggio scomodo. Il Nobel è mio e lo decido io, questo è lo slogan e se non lo è dovrebbe esserlo. Fatto sta che si scatenano le tifoserie, ci si scanna fra chi pensa che sia meritato e chi pensa che sia una *beeeep*ata.

Quest'anno tocca a un inventore straordinario, ha scoperto che se fai unire uno spermatozoo con un ovulo diventa un embrione. Straordinario, non servono cavoli e cicogne. Ma non si è fermato lì, ha riprodotto il miracolo della procreazione in una provetta. Si è ritrovato con una manciata di embrioni per le mani e ha pensato bene di sceglierne uno - quello più forte? più sano? più bello? - e metterlo nell'utero di una donna, per scoprire cosa sarebbe accaduto. Toh, l'embrione si è attaccato alle pareti dell'utero e si è trasformato in feto. Applausi. Quest'uomo è un genio, di più, un dio formato tascabile.

Grazie a quest'uomo oggi puoi fare molte cose interessanti e divertenti in laboratorio. Prendi l'uovo da una donna, lo fecondi col tuo sperma preferito, lo metti in un qualsiasi utero, anche quello di tua nonna volendo, e aspetti nove mesi circa, quando suona il timer il bambino è pronto e non hai che da telefonare a chi l'ha ordinato, consegnare il prodotto e farti firmare la ricevuta. Ora vorrebbe anche clonare e altre robette per nulla stravaganti tipo mettere gli embrioni che avanzano in frigor per ottenere tessuti e staminali nel caso in futuro il bambino che ha avuto la fortuna di essere stato scelto per nascere abbia bisogno di trapianti.

Fatto numero due: sembra incredibile ma c'è ancora della gente al mondo che si pone questioni etiche: se una cosa è tecnicamente possibile significa che è giusto farla? Domande filosofiche di questo genere che non soppiantano di certo le discussioni al bar sulla partita del pallone. Alcuni di questi professori addirittura si occupano di bioetica. Discutono di mercato degli embrioni, diritto alla vita, uteri in affitto, vendita di ovociti, significato della procreazione umana, cose così, molto più noiose, giornalisticamente parlando, della storia di una coppia che finalmente, alla tenera età di 80 anni, riesce finalmente ad avere sette gemelli.

Veniamo ai giornali, alla televisione, ai media in generale. Questo scienziato che ha vinto il Nobel 2010 lo definiscono il padre di 4 milioni di bambini, è già qui capisci che i media dovrebbero modificare la terapia, questa gli fa dire *beeeep*-ate. Lo ritraggono con dei bellissimi bambini, seduto in un prato, sotto il sole, e tutti sono felici e sorridenti, non si vede il fotografo ma è contento anche lui di sicuro. Parlano di uno dei suoi prodotti, una ex-neonata che ora ha una ventina d'anni e dimostra, col suo rimanere in vita, che lo scienziato dev'essere per forza un genio assoluto.

Fin qui tutto bene, nessuno torce un capello al neo premio nobel, tutto quello che ha fatto è legale, almeno lo è dove lo ha fatto. Passiamo dall'altra parte, vediamo come i media trattano i professori di bioetica. Cosa?!?! Lavorano in Vaticano?!?! Sono cristiani e magari pure cattolici?!?!? Li sentite i cani della muta che annusano e attaccano a sbavare?

Ecco i titoli sulla critica mossa da professori di bioetica ai responsabili del premio Nobel, non allo scienziato, si badi. Il Vaticano attacca, tuona, si scaglia, lancia anatemi. Vaticano contro la medicina. Vaticano accusa il padre dei bebè in vitro. Vaticano infuriato. L'ira del Vaticano. Il Vaticano scomunica. Mi vengono in mente roghi di streghe, esorcisti che schizzano acqua santa in giro, inquisitori che ti fanno baciare il crocefisso. E invece no, parliamo di scienziati in filosofia, che è una scienza anch'essa mi dicono dalla regia, che criticano l'assegnazione di un premio prestigioso per una tecnica (non ha scoperto niente, non ha scoperto una cura per l'infertilità, non ha inventato niente a parte, appunto, una tecnica per unire ovuli e spermatozoi senza necessità di infilare il coso del papà nella cosa della mamma), una tecnica che solleva importanti e tuttora irrisolti problemi etici.

Si capisce che quest'anno non c'era nessuno che ha debellato una malattia, scoperto una cura per la moltissime piaghe che tormentano la nostra specie. Potevano scegliere il giapponese che ha trovato il modo di ottenere cellule staminali da tessuto epidermico, i canadesi che hanno identificato per primi le cellule tuttofare definite poi staminali, ma forse hanno preferito qualcosa in grado di scatenare polemiche, accendere l'interesse dei media, come è già successo in passato con premi assegnati, a voler essere intriganti, solo per il gusto di sbatterla politicamente in faccia a qualcuno.

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