venerdì 8 ottobre 2010

The glass age.

Internet potrebbe farci entrare in un'era di vetro sfondando i limiti di parecchie dimensioni che descrivono la nostra esistenza, a partire dalle dimensioni più familiari: lo spazio e il tempo. Da molte parti arrivano tentativi di impedire l'avvento di questa nuova era e ancora non possiamo sapere se riusciranno a posticiparne la realizzazione.

Lo spazio viene annullato dalla velocità con la quale qualsiasi bit di informazione fa il giro del mondo. Non ancora possibile essere presenti fisicamente in un altro luogo trasferendo su cavo i nervi che trasmettono dati sensibili al nostro cervello, ma è certo possibile già adesso vedere, ascoltare, interagire a distanza usando intermediari tecnologici. La lontananza non è più un impedimento quanto lo era fino a poco tempo fa, quando era necessario spostare e spostarsi.

Il tempo viene annullato nella misura in cui diventa impossibile dimenticare qualcosa, la quantità di informazioni che rimangono archiviate nel database digitale mondiale è immensa. Non servono lunghe ricerche nei polverosi archivi di qualche magazzeno remoto per trovare un'informazione, la rapidità dei computer ci consente di 'ricordare' qualsiasi cosa nel giro di pochi secondi, ovunque si trovi nel mondo.

Eppure tutto questo si basa su una infrastruttura fragile. Basta troncare un cavo oceanico. Una tempesta magnetica potrebbe distruggere i supporti digitali. La rinuncia allo spazio comporta il rischio di perdite dei dati definitive e irrecuperabili. La rinuncia al tempo comporta il rischio di una memoria che non dimentica. Il potere politico è in grado di controllare internet in molti modi, dalla censura allo spionaggio, passando per le normative che regolano l'accesso, l'utilizzo, i diritti e i doveri legati a libertà di espressione, diritto d'autore, pornografia, violenza, violazione della privacy. Il potere economico è in grado di imporci strumenti di accesso alla rete legati alla fruizione di servizi esclusivi, trasformando un ambiente libero in uno uno presidiato con la scusa di proteggere l'utente da pericoli e abusi.

Questa è la grande sfida di internet, molto simile a quella della democrazia: dimostrare di meritarsela. Gli interventi dell'autorità e gli stratagemmi di marketing fanno sempre leva sulle debolezze umane. Non possiamo mettere telecamere perché anche tu, cittadino, potresti avere un motivo per non voler essere ripreso. Questo dicono i politici. Ti vendo questo dispositivo che ti obbliga a usare solo la parte di internet che decido io, ma in questo modo ti proteggo dai pericoli e ti faccio sentire figo. Questo dice l'azienda che ti vuole tutto per sé.

Ci sono i cantori dell'era di vetro. Autori che adottano licenze di condivisione creativa: puoi fare tutto quello che vuoi con l'opera, tranne modificarla, spacciarla per tua, ricavarci dei soldi. Governi che rendono pubbliche in rete statistiche, informazioni che rendono evidenti situazioni che altrimenti rimarrebbero un mistero avvolto nell'omertà di un'ignoranza voluta e difesa. Sono due gli ostacoli principali da superare: la rete non è un posto per fare soldi, la rete non è un posto per tenere le informazioni nascoste.

Per esempio leggo dei taxi di New York. Da quando sono stati attrezzati di gps e gestione computerizzata, si può sapere tutto di dove vanno, quando ci vanno, che strada fanno, a che ora ne servono tanti e in che zona della città. Se ti dimentichi qualcosa sul taxi telefoni, dici dove sei salito e dove sei sceso e loro rintracciano il taxi e ti restituiscono quello che è tuo, cosa che senza questo sistema non accadrebbe mai, la tua roba sarebbe persa per sempre.

Altro esempio. Proprio oggi si vogliono rendere disponibili on line tutti i curriculum degli insegnati pubblici. Sì potrà sapere chi è più bravo di qualcun altro e questo dà parecchio fastidio a molti. Ai cantori dell'era di vetro non dà fastidio per niente. Addirittura potrebbe essere utile a far chiarezza sul sospetto che gli esami di stato in certe città siano taroccati, dal momento che non si capisce perché un sacco di gente si spara centinaia di chilometri per fare l'esame proprio lì e non altrove. Se quelli che vanno a far l'esame lì sono anche quelli più scarsi... non serve un computer per fare due più due.

Dobbiamo prendere decisioni sulla fragilità di un'infrastruttura che potrebbe rompere la rete o farci perdere una quantità immensa di dati in un lampo. Dobbiamo riflettere sull'opportunità di permettere alla rete di 'dimenticare', cosa cancellare e quando è difficile stabilirlo. Dobbiamo capire che governi e aziende hanno un rapporto di amore/odio con la rete, senza che esista alcuna autorità deputata a ragionare e 'parlare' a nome della rete, perché giuridicamente la rete non esiste (non ha un proprietario, non ha un consiglio di amministrazione, non ha un ufficio legale). Dobbiamo prendere una posizione sulla privacy molto più articolata di quella attuale, verificando il rapporto costi/benefici di scelte riguardanti la pubblicazioni di informazioni che per qualcuno devono restare segrete in nome di un principio e non di un'effettiva motivazione razionale.

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