venerdì 17 dicembre 2010

Vuoi impiccarti, ti do la corda

Ogni tanto della gente con il volto coperto tira i sassi, provoca incendi, tira mazzate agli oggetti. Si vedono dei filmati e delle fotografie piene di fumo che mostrano pestaggi. I danni verranno riparati, i costi verranno sostenuti dalle assicurazioni, o forse no. Sono atti di vandalismo o atti di guerra? Quando mi capita di vedere questi filmati mi metto comodo e mi sforzo di pensare. Penso anche ai soldi, certo, chi non pensa ai soldi è un mentecatto o un miliardario, e le due cose coincidono più spesso di quanto sarebbe desiderabile, soprattutto quando il miliardario in questione supera una certa età.

Una volta la gente moriva giovane, moriva in guerra, adesso deve accontentarsi di tirare un petardo e gridare 'Sono minorenne!' o 'Voglio la mia mamma!' se viene arrestato. Penso anche al terremoto, lo pagano il terremoto le assicurazioni? Evento naturale credo si chiami, non lo so se la mia polizza copre gli eventi naturali, devo controllare. A queste cose penso guardando i filmati e le foto. Una volta è Genova, una volta Milano, l'altro giorno Roma. Il terremoto è un bisogno fisico, le Terra si deve grattare il prurito ogni tanto, ma la guerriglia? Penso a questi paragoni, fra le altre cose, la guerriglia è il bisogno di che? Secondo me è una cosa importante da capire, la cosa più importante.

Dopo penso anche a tutti quei politici e giornalisti che in qualche modo evitano di condannare in modo esplicito quello che è accaduto. Anche lì ci dev'essere un bisogno che va portato alla luce. Accetto suggerimenti, possibilmente non stupidi e banali. Elenco dei suggerimenti banali: c'è rabbia da sfogare, sono agli ordini di un burattinaio occulto, hanno sbagliato le forze dell'ordine. Se ragionate così vuol dire che non vi state mettendo nei panni delle persone che avete davanti agli occhi. Non ve le stanno raccontando, le vedete coi vostri occhi, non c'è niente che possano dire i commentatori in grado di fare in modo che le immagini dicano bugie. Li vedete quei ragazzi? Ditemi che bisogno stanno soddisfando.

Si possono individuare due tipi di bisogni: individuali e sociali. Individuale è un bisogno fisico e/o psicologico. Non ci sono tante donne a dar bastonate, né vecchietti, ci vuole una bella dose di testosterone. Puoi scaricare il testosterone sudando di fatica in palestra, in discoteca, o con una ragazza consenziente, combattendo guerre simulate al computer o con proiettili di vernice nei boschi, o guerre vere se ti arruoli. Insomma non vai alla ricerca di emozioni forti senza un'adeguata chimica fisiologica. Psicologicamente c'è l'aspetto trasgressivo e tutta una serie di meccanismi che trovano il modo di azionarsi per mezzo di questa specie di viaggio carico di avventurosa esperienza.

Ai ragazzi fa ben un po' di azione, un po' di moto, perché negarlo? E poi alle ragazze piacciono i racconti dei sopravvissuti, hanno il sapore dell'esemplare adatto alla procreazione. Sai quella volta dopo aver tirato il sasso non sono scappato, ho aiutato il mio compagno ferito a un piede e insieme abbiamo cantato sfidando la morte, volavano sedie di bar dappertutto e abbiamo incendiato il cassonetto che è andato in mondovisione. Se la metti così i protagonisti si incazzano, e hanno ragione, son cose sporche, private, da farle chiusi a chiave in bagno e in seguito negare di essersi mai e poi mai fumati una canna, fatti una sega. I ragazzi son così, la loro purezza deve durare il più possibile, guai a far loro notare che si vede lontano un miglio che l'han già perduta.

Ma facciamo finta che siano davvero gli eroi che vogliono essere. Idealisti, altruisti, che agiscono nel giusto. Alcuni pazzi di questo genere magari ci sono davvero lì in mezzo, sono quelli che quando rimangono in pochi decidono di usare le pistole e le bombe, per svegliare le coscienze, per riuscire a ottenere qualcosa e non sentirsi dei falliti, degli illusi, dei perdenti. Vogliono essere quelli che tagliarono la testa al re, che sbarcarono in Normandia, che se fossero nati 50 anni prima avrebbero sparato a Hitler. Non diventano persone per bene, mariti disponibili e generosi, padri pazienti e comprensivi, e anche se lo diventano hanno sempre questo tarlo che li consuma, di essere determinanti per la rivoluzione, la convinzione di essere stati chiamati a cambiare il mondo, come Gesù, come Einstein, come Attila.

Questo è il bisogno sociale che viene usato come scusa per soddisfare i bisogni individuali. Non c'è periodo storico nel quale nessuno abbia avuto qualcosa per cui brontolare e arrabbiarsi. Solo dove ammazzano chiunque si lamenti la gente sta zitta e riga dritto. Osservo uno per uno quei ragazzi dal volto coperto e prego che agiscano per un bisogno individuale, che non pensino davvero di fare un favore all'umanità. Dio fai che sia lì per rendere fiero di lui quel pirla di parente sessantottino, per avere qualcosa da raccontare ai nipoti che quando sarà il momento si vergognerà di ricordare, fa che sia lì perché lo fanno tutti i suoi amici e non vuole fare la figura del vigliacco. Non mi fanno paura quei ragazzi, anzi mi fanno un po' pena, ma non quanta me ne fanno gli adulti che si mettono dalla loro parte.

Non è dell'appoggio ma del rimprovero degli adulti che hanno bisogno i giovani. Com'è sempre stato prima che saltassero fuori le teorie del permissivismo spockiano, dei genitori amici dei figli, che spinge i genitori a trovare sempre scuse per i figli e i figli a trovare autorità diverse dai genitori contro le quali scagliarsi per sviluppare la propria identità. Guardate cosa è successo a noi, l'unica generazione che ha creduto che i genitori fossero amici, ci hanno tolto tutto e non reagiamo, aspettiamo il nostro turno distraendoci, giocando, siamo l'unica generazione che è rimasta minorenne tutta la vita. Non credete agli adulti che vi danno ragione, sono pazzi o stupidi. Gli adulti che dicono di capirvi e di essere dalla vostra parte mentono, mirano solo al vostro voto, non si ricordano nemmeno più cosa vuol dire essere giovane, credere a babbo natale, alle ideologie, ai cristalli new age, alla storia come processo dialettico con uno scopo implicito, alla possibilità di calcolare scientificamente le coordinate di un mondo buono e giusto. Non avete bisogno di adulti che fanno i finti giovani in mezzo a giovani veri, che non capiscono quel è il loro ruolo di adulto responsabile nella commedia/tragedia della vita. Se ci pensate lo capite da soli il perché. E se non lo capite allora ecco, prendete, questa corda è molto resistente.


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