venerdì 10 dicembre 2010

Sì se è sì, no se è no.

Gli opinion makers nel nostro paese non sono mai stati qualcosa che il mondo ci invidia. Individui al soldo dei partiti che lavorano al fine di instillare false certezze nell'opinione pubblica, informazioni inventate e del tutto slegate dalla realtà, finalizzate solo a produrre consenso verso questa o quella corrente politica. La disonestà intellettuale è a volte così palese che non viene nemmeno percepita come qualcosa di scorretto e criticabile, al contrario, certa gente è addirittura fiera di sostenere un fazioso, uno che si dichiara apertamente schierato, militante e fanatico. Più sei battagliero e più faccio il tifo per te, il clima da stadio che caratterizza la politica, ma non solo quella, nell'Italia giunta alla resa dei conti della decadenza. Sono intellettuali di nomenclatura che erano già fuori luogo negli anni della guerra fredda e che non solo si ostinano a calcare ancora la scena di persona, ma hanno aperto le porte a successori e discendenti non in base al merito ma in base alla fedeltà alla causa, soldati in grado di portare avanti la battaglia ideologica fino a rivoluzione avvenuta e Storia realizzata.

Ci sono diversi modi di prendere in giro il popolo. Per esempio vengono utilizzati i sondaggi per sfruttare la nota e naturale tendenza umana a conformarsi all'opinione dominante e adeguarsi a quella che considera essere l'opinione della maggioranza. Se affermi che il 90% la pensa così, otterrai che la maggior parte della gente reputerà più giusto pensarla così. I sondaggi sono costruiti a tavolino per far emergere una specifica opinione prevalente. Oppure fai dieci sondaggi e pubblichi solo quelli che forniscono i risultati che ti danno ragione, e gli altri li butti via. Lo stesso vale per le statistiche. Per esempio dici che solo il 30% dei reati è commesso da nani deformi, e trasmetti l'idea che i nani deformi siano brave persone perché il 70% dei reati non è commesso da nani deformi, ma ti dimentichi di dire che i nani deformi sono solo il 10% della popolazione, il che significa che i nani deformi nella realtà dei fatti delinquono il triplo rispetto agli altri. Sono trucchi stupidi che però vengono usati tutti i giorni impunemente. Un altro modo che usano gli opinion makers per prenderci in giro consiste nel divulgare notizie false. O notizie vere da cui si traggono conclusioni false. O notizie vere interpretate in modo artificioso. Dicono per esempio che non è dimostrato che il drogato fosse davvero drogato, aveva solo fumato erba, non si faceva le pere, e che in ogni caso non è sicuro che fosse alla guida del mezzo che ha investito il bambino dal momento che il pirata è scappato senza fermarsi a prestare soccorso, ma anche ammesso che fosse drogato e alla guida non vuol dire che tutti i drogati siano pericolosi alla guida. Fanno di questi ragionamenti assurdi per difendere le loro idee politiche, in questo caso del tutto ipotetico la non pericolosità delle droghe leggere. Oppure leggete una notizia come questa: 'Trovata vita aliena in fondo a un lago che si nutre di arsenico, metabolizzandolo.” Tutto falso. Usano una notizia vera, un batterio che vive in ambienti saturi di arsenico, e la trasformano per sostenere tutt'altro, che esiste vita aliena, che è possibile metabolizzare l'arsenico.

Poi ci sono le notizie ignorate e quelle ingigantite in funzione di tematiche sfruttate per ottenere consenso politico. Prendiamo ad esempio il razzismo, argomento molto sfruttato di questi tempi per spostare voti. Ogni cosa che capita ecco che salta fuori lo spauracchio del razzismo di questo o di quello, al punto che uno si caga addosso all'idea di venir accusato di razzismo perché diventerebbe l'obiettivo dell'attacco pacifista dei non-razzisti pronti a esercitare violenza contro i presunti razzisti senza che nessuno possa accusarli di fascismo e squadrismo. È questa la perversione che si realizza nell'Italia della politica da stadio, del consenso da tifoseria. Si fa montare la rabbia, si fa casino e se poi ci scappa il morto tanto meglio che sul corpo del morto ancora caldo si lanciano i politici per approfittarne e mangiarci sopra, gettando altra benzina sul fuoco. Questo succede quando non si rispetta la verità, non si racconta la realtà, non si usa il cervello ragionando sui problemi ma si preferisce creare fazioni e scompiglio, fomentando odio verso un 'nemico' creato a tavolino, per esempio razzista in questo caso ma le etichette possibili sono molte e varie, razzista è solo una fra tante. Trasformi qualcuno che ha commesso l'unico errore di non condividere le tue opinioni politiche in un mostro che è non solo lecito ma anche encomiabile colpire e distruggere. Una volta che hai creato questo clima incivile da caccia alle streghe ecco che puoi ingigantire le notizie che ti fanno comodo e rimpicciolire quelle che ti danno fastidio. Invochi il rischio di conflitti sociali, invochi il pericolo di violenza nelle strade quando sei stato proprio tu a incentivare e agevolare il ricorso a una dialettica di sopruso e annientamento, partendo da una posizione di bontà e ragione aprioristiche della tua parte politica. Restando nell'esempio del razzismo, se un musulmano sgozza la figlia perché portava i jeans non possiamo dire niente, addirittura secondo alcuni si deve dire solo uomo senza aggiungere musulmano né il suo paese d'origine, perché altrimenti significa essere razzisti, contrari all'integrazione, xenofobi, fascisti, guerrafondai, e anche stupidi, grezzi e ignoranti tanto che ci siamo perché è lecito anche insultare se tu che insulti stai dalla parte politica giusta. Agitando lo spaventapasseri del pericolo, la minaccia di scatenare ritorsioni, con la scusa che si vogliono evitare tensioni e inutile violenza, si evita di approfondire, si evita di prendere posizioni contrarie a quelle sostenute dalla parte più propensa a usare logiche di violenza per far prevalere un'opinione politica. Il dibattito civile e democratico che caratterizza una società evoluta e matura viene sostanzialmente abolito da una logica di ragione unilaterale e aprioristica tipica delle dittature assolutiste fondate sull'estremismo religioso o ideologico.

Non si può negare che esista questo clima di sottile coercizione mediatica, di pressione intellettuale giustificata e condivisa, di propaganda che diventa minacciosa nel modo in cui si esercita al di fuori della funzione informativa dei media. Il paradosso è che questo avviene in un panorama mediatico di proprietà della parte politica che è vittima di questo andazzo antidemocratico di creare opinione che mira a educare (ri-educare) la popolazione più che a fornire strumenti di critica razionale. La parte politica che in teoria è padrona dei media è quella che in realtà subisce gli effetti di una macchina mediatica sotto il totale controllo politico altrui. Se fate l'elenco degli opinion makers vi accorgerete facilmente che la lista è quasi del tutto composta di persone schierate dalla stessa parte. Chi non parteggia per quella parte viene automaticamente squalificato e delegittimato, come se solo uno stupido potesse scegliere la squadra per cui non tifa nessuno e non quella per cui tifano tutti. Salvo poi scoprire che la maggioranza silenziosa, quella che non dice niente e non scrive niente, 'sbaglia a votare' (ogni volta che sento questa frase non posso fare a meno di stupirmi, come si trova il coraggio di dire a qualcuno che 'sbaglia' a votare e continuare a definirsi democratici?), ovvero risulta immune a tutto gli sforzi compiuti dalla macchina di propaganda per lavare il cervello delle masse. Altro paradosso: si dà la colpa di ciò a una specie di fantasmagorica onda ipnotica proiettata dalla mera esistenza di una televisione privata, con le sue trasmissioni spazzatura e quintalate di pubblicità. E però si dichiara che la chiave del successo sta nel andare di casa in casa a diffondere... che cosa? Il programma no, non c'è. Forse il verbo della religione del partito-chiesa? Forse la lista degli indizi per riconoscere il nemico? Conformismo è una parola che mi terrorizza fin nel profondo, specialmente quando è demenziale come quello che accomuna i nostri attuali opinion makers.

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