mercoledì 24 febbraio 2010

Politicamente corretto.

Da wikipedia: “La sindrome di Down è una delle più note patologie prodotte da un'anomalia negli autosomi. Il nome deriva da John Langdon Down che ha descritto la patologia nel 1862, usando il termine mongoloidismo a causa dei tratti somatici del viso dei pazienti che richiama quelli delle popolazioni asiatiche orientali, quali i mongoli.”

Sono andato a cercare la definizione per due motivi: un gruppo su Facebook che proponeva l'uso dei mongoloidi (si può usare la parola mongoloide o è come dire terrone, negro, handicappato?) come bersaglio per il tirassegno e la condanna di Google per violazione della privacy nel non aver impedito a chicchessia di mettere in rete il video con un disabile (sul Corriere usano disabile, forse bisogna usare disabile, ma non è stato già sostituito da diversamente abile?).

Da noi non si può dire che uno è più intelligente di qualcun altro, figuriamoci dare dello stupido in faccia a qualcuno. C'è questa forma di ipocrisia sottile che spinge tutti a indossare una maschera di buonismo e perbenismo nell'affrontare pubblicamente situazioni drammatiche come la stupidità o il mongolismo o il morbo di Alzheimer.

Intendiamoci, io amo gli stupidi, amo i mongoloidi. Amo gli storpi, i gobbi, i sordomuti, i nani, gli ipotricotici, i diversamente profumati. Amo i focomelici, gli zoppi, gli autistici, gli isterici. Amo i chirurgicamente rifatti, i tossicomani, gli affetti da sindrome di ignoranza acuta. Immaginate un mondo di persone tutte uguali, tutte perfette, senza deboli di mente, senza corpi malati, sarebbe un incubo. Non potremmo apprezzare la fortuna di essere sani e sentirci grati a una potenza superiore per averci fatto incontrare qualcuno che sta conciato peggio.

Però c'è un però. Non possiamo usare due pesi e due misure. Se è vero che chi nasce con un difetto genetico va rispettato, anche chi nasce con una tara mentale va rispettato. A me fa più pena chi crea un gruppo contro i mongoloidi di chi ha un cromosoma in più. C'è questa credenza diffusa che per la sindrome di down non ci sia cura e invece per la deficienza intellettiva si possa fare qualcosa. Non è vero, non si può fare niente per far diventare intelligente uno stupido, per far diventare sensibile un ipoemotivo, per far diventare spirituale un materialista.

Questi individui che purtroppo hanno grossi problemi mentali e si scagliano contro i più sfortunati vanno capiti. Bisogna farglielo capire in modo delicato ma chiaro: siete stupidi, non è colpa vostra, vi vogliamo bene lo stesso. Vi lasciamo dire quello che volete purché ammettiate pubblicamente di avere grossi problemi e vi limitiate a parlare senza poi agire.

Ma a proposito di stupidità, veniamo alla condanna a Google. Google non può analizzare ogni singola cosa che viene messa in rete, non può essere considerato responsabile di ciò che fanno gli utenti con gli strumenti che Google mette a disposizione (gratuitamente, fra l'altro). Anche i nostri giudici esprimono la mentalità ipocrita e pelosa di cui sopra. Le motivazione poi ci fa dubitare se esista un limite alla stupidità : “Il diritto d'impresa non può prevalere sulla dignità della persona”. È una motivazione così ridicola che non merita neanche di venir commentata. Ehi, signori giudici, avete mai guardato certe trasmissioni alla TV?

Condanniamo anche chi ha venduto l'hardware a Google, non ha vigilato sull'uso che ne veniva fatto. Condanniamo chi fornisce a Google l'energia elettrica, non ha vigilato sull'uso che ne veniva fatto. Se questi hanno trattato male un disabile puniteli per aver trattato male un disabile, non per aver messo il video in rete. L'aver messo il video in rete dimostra che soffrono di stupidità congenita, la disabilità peggiore di tutte.


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