Considerazioni sparse su evidenze che per qualcuno potrebbero non essere tali: le informazioni vere verranno taciute dalla chi ne riceve nocumento e le informazioni false verranno divulgate da chi ne trae giovamento, anche i progetti basati su motivazioni altruistiche devono essere giustificati nel campo del reale, la moneta è uno strumento a doppio taglio che produce e si nutre di fiducia, la produzione fondata sul valore aggiunto e senza risorse naturali per produrre materia prima soffre molto di più sia le crisi che la concorrenza, il manicheismo di chi è convinto esista sempre un'unica soluzione preferibile svuota di significato qualsiasi processo democratico. Ognuna di queste, e ce ne sono moltissime altre, varrebbe un discussione a sè stante. Dovrebbero insegnare alla gente a individuare e disaminare gli argomenti, non le poesie a memoria e tutta quella massa di nozionistica per la quale si qualifica erroneamente l'intellettuale, scambiando la coltura con la cultura. Banche dati che si credono intelligenti.
Voi siete clienti, come tali dovete ricevere solo quello che esce dall'ufficio marketing, dalle pubbliche relazioni, non dovete conoscere le relazioni interne degli ingegneri, degli analisti di bilancio, dei responsabili finanziari. Vale in tutti i campi: dall'industria alla politica, dalla scuola alla famiglia. Solo pochi individui accedono alle informazioni rilevanti e hanno il potere di prendere decisioni più o meno condivise, più o meno rispettose di certi valori e non di altri, più o meno orientate a questa o quella finalità destinata a produrre molti o pochi utili o perdite. A ogni livello ci saranno sempre due persone o due gruppi che si fronteggiano e si contendono il potere decisionale. Dalla mamma che litiga col papà alla destra che litiga con la sinistra, dalle aziende leader di mercato che si strappano di mano i rispettivi clienti a colpi di campagne pubblicitarie alle chiese di diverse religioni che fanno a gara per fornirti le risposte che vuoi o non vuoi ti vengano date.
È una guerra di informazioni, di consenso, e tu sei stupido se pensi ti vengano date tutte el informazioni rilevanti per capire chi ha ragione su cosa, per dare un voto o farti un'opinione sulla base delle informazioni che ricevi. Tanto per cominciare vengono taciute informazioni vere e divulgate informazioni false, e tu non saprai mai cosa è vero e cosa no, potrai solo fidarti o non fidarti di quello che ti dicono. Di solito funziona così: tu decidi prima da che parte stai, come a scegliere la squadra sportiva per cui tifare, e di conseguenza da quel momento consideri vera tutta la pubblicità della tua parte e falsa quella dell'altra squadra. L'altra soluzione è non credere a nessuno, cercare la verità, ragionare con la propria testa, un'attività molto faticosa e impegnativa che non solo non viene remunerata ma che non serve a nulla in un mondo in cui quasi tutti hanno scelto la via più semplice della squadra del cuore.
Fino a qui sto cercando di spiegare solo la prima delle evidenze che ho elencato nel primo paragrafo: una delle leggende sulla democrazia è che il voto sia informato. Non lo è, ma non solo perché al potere fa comodo avere cittadini che non sono informati, sono male informati ma anche perché i cittadini non sarebbero comunque capaci di elaborare le informazioni perché un conto è ficcarsi in testa a memoria i libri che servono a ottenere un pezzo di carta dal valore legale, un altro conto è avere l'intelligenza e la saggezza per capire cosa è meglio per chi, in quali termini, per quanto tempo, con quali conseguenze. E qui si entra nella questione della selezione della classe dirigente, nel dibattito all'interno dei partiti, nelle prerogative dell'élite nei confronti delle masse, insomma non è così semplice, specialmente in una società dai saperi specializzati, esprimere voti democratici e allo stesso tempo 'giusti' su problemi che abbisognano di competenze specifiche, di analisi comparative, di considerazioni che esulano dalle tematiche prettamente inerenti ma che si debbono tenere presenti come fallout decisionale su campi attigui di interesse significativo.
Mi fermo, per adesso. Il perché le leggi dell'economia forzano i comportamenti sfruttando le preferenze e svelando il grado di realismo dei progetti altruistici, il discorso sullo strumento monetario come gioco di vasi comunicanti e vincolo di interesse reciproco, la difficoltà di produrre solo a valore aggiunto di un paese privo di risorse naturali, il corto circuito di chi pensa ci sia una sola risposta esatta e parla di dittatura della maggioranza ogni volta che finisce in minoranza, son tutte cose che teniamo via per future occasioni.
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