mercoledì 27 gennaio 2010

Chi è ebreo alzi la mano

Oggi è la giornata della memoria, ci si ricorda che qualche decennio fa se scoprivano che eri ebreo ti applicavano delle leggi ad personam, fatte apposta per te, leggi che in sostanza ti vietavano tutto tranne il diritto di venire rinchiuso, sottoposto a esperimenti, picchiato affamato schiavizzato e se tutto questo ancora non ti uccideva allora potevi scegliere fra gas, proiettile, o altra soluzione finale. Anzi, no, non potevi scegliere.

Sì ok, le navi negriere, la rieducazione russa e cinese, orde di mongoli, le caste, i pellerossa, lo sappiamo che non esiste solo l'olocausto nella storia, ma oggi parliamo di quello. Perché io, ad esempio, non lo so mica se sono ebreo, non è una cosa che si vede a occhio nudo. Ti misuravano il diametro del cranio, la lunghezza del naso, ti controllavano il prepuzio, non è facile capire se uno è ebreo, io potrei benissimo essere ebreo senza nemmeno rendermene conto.

Non per vantarmi, ma un po' mi ci sento, ebreo. Vuoi mettere far parte di un popolo eletto, con una storia millenaria fatta di continue persecuzioni. C'erano i faraoni in Egitto e già gli ebrei venivano legnati di brutto, non so se mi spiego. Magari un mio avo era là che rideva quando piovevano rane e tutte quelle altre piaghe: vedi cosa succede a far incacchiare il mio dio? Non è facile passare da uno che ti apre in due un mare per farti attraversare a uno che si lascia inchiodare a una croce senza scagliare neanche una piccola maledizione, uno shmuck borbottato, niente.

Da una parte Nietzsche dice che dio è morto, dall'altra i cristiani dicono che gli ebrei hanno ucciso dio. Hai tanto da far notare che c'erano i romani al tempo, che c'era tutta una questione politica, che ogni due per tre saltava fuori uno a dichiararsi messia. Voglio dire, leggete l'ultima tentazione, mica poteva invecchiare. Insomma ogni scusa è buona per avercela con gli ebrei: non è che dal nulla si sveglia un austriaco e da lì parte la persecuzione, magari uno pensa che prima di Hitler gli ebrei non venissero discriminati, e invece no, è una cosa che va avanti da secoli.

Per cui mi chiedo: se scoprissi di essere ebreo, il che è possibile, molto possibile, forse ancora oggi cercherei di tenermelo per me, di non farlo sapere in giro. Forse comincerei a immaginarmi che la gente mi sta trattando in modo diverso e non avrei modo di capire se è vero oppure no, mi sentirei come quello nella pubblicità dell'aids che ha un'aura rossa intorno al corpo. Essere ebrei è uno stato mentale? Come quando Kennedy disse “siamo tutti berlinesi”, potremmo dire siamo tutti ebrei, così ci togliamo il pensiero.

Visto che è il giorno della memoria voglio condividere un ricordo. Ero a Rothenburg ob der Tauber, non ero ancora sposato e con la mia futura moglie potevamo ancora permetterci di vagabondare. Arriviamo stanchi e io vado dritto in questo albergo e prendo una camera. Mia moglie a un certo punto mi tira per la manica e sorride facendomi un cenno con la testa. Sassi neri fra quelli grigi del selciato, di fronte all'ingresso dell'albergo, formano una grande stella di davide. Adesso capisco in che lingua mi ha accolto il ragazzo all'ingresso, era yiddish, mi ha preso per un ebreo. Dev'essere per via del naso, penso. L'albergo si chiama Butz e appartiene alla stessa famiglia dal 1894. Dentro ci sono fotografie e cartelli che spiegano come nel periodo nazista se la siano vista brutta. Gli han fatto chiudere l'attività, alcuni membri della famiglia sono spariti, deportati, qualcuno ha messo una bomba per far capire bene il concetto e la bomba è esplosa e ha distrutto parte dell'albergo e rischiato di mandare a fuoco l'intera costruzione. E per fortuna che si era nel ghetto, dove in teoria se eri ebreo ti chiudevano dentro al ghetto e ti lasciavano relativamente in pace.

Quella sera a cena una donnona con le guance rosse e il grembiule ci ha fatto da mangiare, cuoca eccezionale, e a un certo punto viene verso di me asciugandosi le mani nel grembiule e non inizia anche lei a parlarmi in yiddish? Mi vergogno, in quel momento vorrei parlare anch'io yiddish, vorrei dirle va bene, sono ebreo, mi avete scoperto. Invece posso solo guardarla con espressione da ebete e quando vedo che capisce che non sono ebreo e ci rimane male mi viene in mente una parola, dico kirsh, e lei mi rivolge un sorriso meraviglioso e me ne porta una bottiglia intera.


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