Non è vero che internet ha promosso una specie di rivoluzione 2.0, portata avanti da generazioni digitali per aggiornare il mondo reale come se fosse un pezzo di hardware e la società come se fosse un software. Internet è solo stato uno strumento di aggregazione attorno agli slogan e di organizzazione pratica per fissare appuntamenti collettivi, sia nelle rivolte del nordafrica che nei saccheggi dei ragazzini londinesi che nel campeggiare infinito di indignados europei e americani. La crisi economica è la vera e unica forza motrice degli eventi sovversivi e/o eversivi, dove c'è ricchezza nessuno protesta, anche se vive in un regime, in un incubo di assolutismo religioso, in una finta democrazia neo-medievale. Ci sono paesi che si reggono sul petrolio, che stipendiano i cittadini e tutto è gratuito e garantito, che possono uccidere chiunque non rispetti i canoni fissati dal governo e tutti annuiscono soddisfatti, nessuno si lamenta né protesta quando ha molto da perdere. Quei pochi che ci provano lo fanno per ambizioni di eroismo o per conto di governi stranieri o per rovesciare il potere e prenderne il posto mandando la propria fazione al comando.
La favola di internet ha una fisionomia tutta particolare, fondata su capisaldi ideologici con radici nella cultura beat e poi nerd e poi hacker e infine in queste formazioni anarcoidi che inneggiano alla privacy assoluta, all'annientamento dell'individualità in sovrapersonalità androidi da ape regine borg cultura alveare rete di singole coscienze dalla quale zampilla naturalmente una consapevolezza collettiva. Tutte le controindicazioni vanno ignorate, verranno espulse nel processo iterativo della storia dell'evoluzione darwiniana culturale. È questa la cultura del web ancora senza un nome nel vocabolario che la definisca, io la conosco, io ne ho subito il fascino e ne ho superate le febbri, ne sono uscito vaccinato e terrorizzato. Da questa religione discendono e si riallacciano le varie emanazioni culturali vecchie e nuove, come la democrazia diretta, il buon selvaggio di Rousseau, il relativismo che parte da Voltaire e arriva a Popper e colora di preoccupazione alcune encicliche. L'ecologia del sistema pianeta, sistema natura, tutto è riconducibile a sistema ma non come lo intendevano i sassantottardi ma come system, system error, operating system, è una religione con i suoi dogmi: modelli e simulazioni in grado di rendere prevedibile il mondo, soluzione emergenti dal caos, integrazione come meccanismo automatico di autocompletamento.
Come religione si associa alla perfezione con credenze ideologiche in grado di essere upgradate alla versione 2.0, come la democrazia che passa da rappresentativa a diretta, come il sapere che passa da sforzo di crescita e maturazione lungo una vita a blocco monolitico di nozioni tascabili e facilmente reperibili. Gli esempi sono moltissimi, trovatene altri da soli se ne avete voglia. E come ogni religione ha i suoi sacerdoti e i suoi fedeli, i suoi cani da guardia e i suoi cavalli da guerra. E i suoi messaggeri, che mai come ora sono messaggeri efficaci ed efficienti, perché dotati di ali elettroniche e trombestatus di socialnetwork. Come ogni religione ha i suoi testi sacri, chi ha il Corano e chi il capitale, chi il listino di borsa e chi la guida tv, internet ha gli aggregatori di notizie e i reader di blog e gli ashtag con bottone mi piace e condividi. Giornalisti con o senza tesserino che si sentono in missione per conto del dio di internet e producono opinioni conformistiche, che uniscono il più possibile, che abbracciano non la verità ma il plausibile e soprattutto la versione che verrà più cliccata. Se scrivi contro il governo ti linkano di più che se lo difendi. Se scrivi contro un imputato per reati orribili ottieni più consenso, come se nella logica massificante dell'istinto animalesco della maggioranza si debba dimostrare l'innocenza e non la colpevolezza. Prima spara e poi chiedi, che abbandonando ogni razionalità passa dalla reazione istintiva del singolo al branco che impugna fiaccole e forconi.
Il messaggio principale di questa religione è che tu, come individuo, non hai alcuna importanza se non come elemento di un fenomeno collettivo. Tu, come singolo, per emergere e obbedire all'obbligo di avere ambizioni e di essere vincente come si aspettano da te genitori, professori, la società versione obsoleta, tu singolo dovresti impegnarti per tutta la vita al fine di farcela nonostante tutte le leggi della probabilità contro, tu singolo dovresti ottenere fama e ricchezze moltiplicate per mille rispetto alle tue necessità (pizza, fumo, bibite, porno) quando, senza fare niente, in mille potrebbero avere abbastanza (pizza, fumo, bibite, porno) per vivere. Se invece ti basta attivarti da casa per far parte della squadra dei vincitori ecco che diventa tutto più facile. Se poi la tua partecipazione sfocia nel mondo reale soddisfa anche il bisogno di socialità, che davanti al computer la solitudine viene drogata solo da contatti ludici mai del tutto soddisfacenti, quando non volutamente conflittuali all'eccitante riparo di uno pseudonimo. Tu come individuo magari non sei il massimo, ma fai parte di un gruppo che prende mille piccole idiozie e le trasforma in una perla di saggezza futura, molto futura, sempre futura, in divenire, mentre nel frattempo va tutto alla malora ma basterà fare un reset, riavviare il sistema. È vero che l'intelligenza è rara, purtroppo non sono tutti geni tranne pochi stupidi facilmente individuabili, però la religione di internet afferma che un mondo intero di stupidi è in grado di portare alla vita un'entità sovrumana di intelligenza incommensurabile, che non sbaglia mai, che sa tutto, che trova soluzioni a tutti i problemi.
Una mamma globale di nuova generazione al posto di tanti papà ormai obsoleti e preistorici. È anche questo un passo nella direzione del femminino garantito dal benessere. Più la società diventa ricca e più diventa femminile. Va bene, per carità, non è che me ne freghi più di tanto, che ci sto sveglio la notte. Però c'è il piccolo problema della realtà: non c'è uno sciacquone da tirare, la realtà prima o poi torna a galla, il benessere di cui godiamo è temporaneo, legato al petrolio. Il benessere di cui godiamo inizia a declinare e non è un capriccio, non è colpa di qualcuno, non c'è qualcosa che si può fare per evitarlo. Questo deve essere chiaro: la crescita economica infinita è una chimera. Le risorse non solo non bastano per tutti ma non sono neanche rinnovabili, quando abbiamo consumato tutto basta, fine, non ce n'è più, internet o non internet, socialismo o dittatura religiosa, benessere diffuso o schiavismo, austerità o consumismo sfrenato, indignati o compiaciuti, complici o carnefici, maschilisti o femministi, sparta o atene. Il programma è terminato in maniera anomala a causa di un errore imprevisto, il sistema verrà spento per evitare danni irreversibili all'hardware.
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